A volte viene da pensare che tra i peggiori nemici dei bambini/ragazzi (parlo al neutro intendendo femmine e maschi) ci siano proprio i loro genitori. E questo pensiero, ad esempio, ti viene quando ascolti una lamentela come la seguente:
“mi sembra che facciate troppe attività manuali; questo tinkering: a che serve?”
Si potrebbero scrivere fiumi di parole su a che serve, e sul perché fare tinkering. Potrei cominciare (e forse anche chiudere) con una citazione:
la mano è la finestra della mente
Il grande filosofo Immanuel Kant intendeva dire che le mani, con il loro fare, aprono la mente al mondo, permettono di esplorarlo, e di carpirne i segreti.
Tinkering è pensare con le mani; è apprendere dal contatto con le cose; è imparare a mettere in relazione oggetti, materiali, strumenti; è sperimentare senza paura, costruendo, montando, smontando, fallendo; è dare vita alle idee, cambiando idea mentre la realizziamo; è non avere istruzioni su come fare, e fare senza istruzioni.
Mi capita spesso, troppo spesso, di vedere bambini non sanno tagliare una forma su un foglio di carta, o fare un nodo, o incollare un cartoncino; insomma sempre più bambini difettano di abilità manuali. E questo non è affatto un bene. Qualcuno starà pensando: ma in in mondo iper-tecnologico dove i robot sostituiranno sempre più gli umani, soprattutto nelle attività manuali, a che serve perdere tempo a montare, costruire, incollare…
Le abilità manuali non sono importanti per un futuro lavoro, ma perché ci permettono di apprendere meglio il mondo che ci circonda, ci aiutano a sviluppare la creatività, ci permettono di generare idee e di realizzare prototipi, ci rendono più pronti all’innovazione.
Bruno Munari, molti anni fa, parlava della necessità di una educazione tattile:
Dobbiamo riconquistare questo strumento di conoscenza diretta che la natura ci ha dato
Chi è dotato di abilità manuali accede almeno a due super-poteri: creatività e problem solving.
Tagliare, incollare, smontare, legare, piegare, montare: sono tutti verbi che vanno praticati, saperi che aprono le porte alla conoscenza, abilità che ci rendono presone creative, autonome e innovative.
Praticare il tinkering significa tutto questo; significa imparare a mettere in relazione oggetti e materiali diversi: led, sassi, colla, batterie, cartone, nastro di rame, ruote dentate, gomitolo di lana, filo elettrico; e significa utilizzare materiali di scarto
Quando si pratica il tinkering, si tirano fuori idee, si crea, si fanno aggiustamenti e rifiniture, si sperimentano nuovi percorsi, si cambia idea, si immaginano nuove possibilità, si sbaglia, e così via in un continuo processo a spirale.
In un mondo che cambia velocemente ed in maniera imprevedibile, le competenze e le conoscenze da sole non bastano. Il successo, sempre di più, dipenderà dalla capacità di pensare ed agire in maniere creativa, dalla capacità di inventare soluzioni innovative a problemi inaspettati. Ed il tinkering è tra gli strumenti educativi che sviluppano queste capacità.
«Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo», diceva Maria Montessori; ecco a che serve questo tinkering!
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